Non c’è festa di S. Gerardo, Santo Patrono di Potenza, in cui non si canti Lu braccial; non c’è festa di matrimonio di sposi lucani in cui non ci si scateni al ritmo di Chi s’è magnà la zita la prima sera; non c’è sagra di paese in cui non si intoni, a squarciagola, E foss muort tata e no lu ciucc. Eppure sono pochi quelli che conoscono la carriera artistica di Michele di Potenza, il cantante, cioè, che ha portato alla ribalta queste canzoni. Bene, quindi, ha fatto Walter De Stradis, che nel libro Lo chiamavano Michele di Potenza, avvalendosi della preziosa collaborazione della famiglia, dà informazioni necessarie a ricostruirne l’identikit perduto.