Le ceramiche di Calvello, appunti tra storia e cronaca di Antonio Masini
Le ceramiche di Calvello, appunti tra storia e cronaca di Antonio Masini
Calvello, da sempre, è conosciuto come il paese della ceramica. Ancora fino a cinquant’anni fa, nelle fiere e nei mercati della nostra regione, le “ceramiche di Calvello”(piatti, ciarle, zuppiere…) facevano bella mostra facilmente riconoscibili per via dell’uccello blu dipinto su di esse.
La ricerca di Antonio Masini offre documentate informazioni sulla storia della ceramica del paese.
Il coccio di Pietrapanna è il manufatto in ceramica più antico ritrovato nel territorio del paese. Si tratta della parte apicale del manico di una ciotola risalente al 3.000 avanti Cristo.
Al periodo fra il 430-410 a.C. appartengono un cratere e un’anfora a figure rosse.
Del Settecento sono quattro piastrelle con la dicitura “Giosuè dell’Aquila di Calvello”.
Informazioni catastali attestano la presenza a Calvello, già nel 1754, di due famiglie di faienzar.
Una cucina, oggi ancora visibile, decorata con mattonelle in maiolica e stemmi di famiglia si trova nel Palazzo De Porcellinis.
Alcuni stati civili dell’Ottocento riportano la professione di “figuli”.
L’esistenza di famiglie che, per generazioni, hanno costruito manufatti in ceramica, la riscoperta, da parte dei giovani, di questa arte con la creazione di nuovi marchi (La Bottega della Faenza, Arte ceramica Val Camastra, il Borgo delle ceramiche) garantisce la continuazione di questa antica tradizione.
Nel volume vengono ripercorse le diverse fasi della lavorazione della creta a cui gli uomini, sin dagli albori della civiltà, si sono sempre dedicati. Puntuali riferimenti sono dedicati alle antiche civiltà che hanno trovato nella creta il materiale da plasmare per creare oggetti di cui c’era bisogno nella quotidianità della vita, o per creare vere e proprie opere d’arte.
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