Bolidi di Alessandro Falanga
Bolidi di Alessandro Falanga, Dieci racconti horror | Villani Editore
Bolidi, è un omaggio a colui che più di tutti mi ha ispirato e che ha allietato diverse giornate sin dalla mia adolescenza: Stephen King.
Il nome della raccolta si ispira, infatti, a una scena di Misery il romanzo thriller dello scrittore di Portland.
Protagonista del romanzo è un famoso scrittore di nome Paul che, preso dall’euforia (e dall’alcool) per aver terminato quello che considera un capolavoro, perde il controllo della sua auto ritrovandosi tra le grinfie di Annie che lo accoglie in casa curandone le ferite e proclamandosi sua accanita lettrice.
Successivamente Annie inizia ad abusare fisicamente e psicologicamente di Paul fino a costringerlo a bruciare il suo nuovo libro Bolidi, unica copia esistente al mondo. Il romanzo prosegue con colpi di scena che confermano la fantasia creatrice di Stefen King.
Dieci storie tra l’horror e il thriller, zombie, vampiri e bestie deformi. Ma anche situazioni al limite dell’immaginabile che si ispirano alla quotidianità della vita e a figure che fanno parte dell’esistenza di tutti: marito, moglie, figli, genitori, amici…
Secondo l’autore, il genere horror rappresenta il mezzo migliore per descrivere la nostra esistenza.
A suo parere, l’horror può essere considerato una sorta di metafora perfetta per la sua capacità di trasporre un determinato aspetto della vita in un mondo particolare imponendoci, pertanto, una riflessione più ampia su ciò che ci circonda.
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Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Gerardo Lasalvia
Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Gerardo Lasalvia, nuova pubblicazione della Villani Editore

Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve
Il culto a S. Rocco, di cui si occupa Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Don Gerardo Lasalvia, si diffonde in tutta Europa a partire dal basso Medioevo. Dal Trecento all’Ottocento S. Rocco è il santo più venerato in Europa. Il popolo lo venerò ben prima che la chiesa lo proclamasse santo. Solo nel 1584, infatti, il nome “Rocco” viene inserito nel Martirologio Romano primo catalogo ufficiale dei santi.
Nel 1629, da parte di papa Urbano VIII, si ha il riconoscimento ufficiale del culto. In Lucania Basilicata lo venerano ben 66 comuni. Emblematico è il caso di Tolve dove, però, non esiste una chiesa dedicata a S. Rocco. L’attuale statua, risalente, probabilmente al Cinquecento è collocata in un altare della Chiesa intitolata a S. Nicola. Ma questo poco interessa ai devoti che si recano a Tolve per andare alla “Chiesa di S. Rocco” e offrire una grande quantità di donazioni ed ex voto di cui l’annessa Casa del Pellegrino è stracolma.
che gli dedica due processioni all’anno: il 16 agosto e il 16 settembre. A Tolve, però, non esiste una chiesa dedicata a S. Rocco. L’attuale statua, probabilmente, risalente, al Cinquecento è collocata in un altare della Chiesa intitolata a S. Nicola. Ma questo poco interessa ai devoti che si recano a Tolve per andare alla “Chiesa di S. Rocco”. Don Gerardo Lasalvia, però, nel suo Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve va oltre il culto e fa storia. Fa chiarezza sull’identità di S. Rocco ricorrendo a Vauchez che fa risalire a “Sanctus Rauco”, storicamente esistito, la figura di S. Rocco. Si va cioè in tempi anteriori al pellegrino di Montpellier. Ugualmente interessanti sono le vicende storiche relative alla proclamazione di S. Rocco a Santo Patrono di Tolve, alla costruzione dell’attuale chiesa e alla cronotassi degli arcipreti che si sono succeduti nella conduzione della Parrocchia.
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Giustino Fortunato e le due Italie
Giustino Fortunato e le due Italie, è il titolo di un ritratto di Giustino Fortunato. E usiamo la parola “ritratto” a buon motivo: l’autore Gerardo Corrado è un pittore, oltre ad essere uno studioso della storia lucana, e uno scrittore.
Il titolo sintetizza il percorso che Corrado compie attraverso la vita e le opere di Giustino Fortunato. Il libro, infatti, intende indicare come lo sguardo di Fortunato sul Mezzogiorno illumini i problemi e le situazioni del presente.
Fortunato nacque a Rionero in Vùlture, paese della Basilicata, dove la sua famiglia di grandi proprietari e agricoltori, originariamente affittuari del Tavoliere, si era trapiantata dal ‘700.
A Rionero nacque anche uno dei più celebri protagonisti del brigantaggio post-unitario, Carmine Crocco.
Benedetto Croce di Fortunato ha scritto: “egli ha quasi ha impersonato in sé il problema del Mezzogiorno e gli ha consacrato intera la sua vita”.
La “questione meridionale” è un tema quasi rimosso. Oggi si parla, infatti, più di questione settentrionale. Si pensi al leghismo di Bossi e al modo superficiale con cui viene affrontato il rapporto tra le due Italie, tra Nord e Sud.
Fortunato sfatò il mito del Sud “giardino d’Europa” dimostrando come il Mezzogiorno fosse una terra che, per millenni, ha subito condizioni sfavorevoli di clima, di suolo, di strutture e posizione topografica.
Da queste idee discendono le sue battaglie parlamentari perché lo Stato unitario affrontasse, nel Mezzogiorno, coraggiose riforme, modificasse un sistema tributario ingiusto (tema di un suo scritto famoso), non sacrificasse gli interessi dei contadini a quelli dei “galantuomini”.
La prosa di Corrado, in certi punti, rivaleggia con quella del grande meridionalista, come per esempio nella descrizione degli Appennini lucani e della terra franosa.
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