La designazione di Matera a “capitale europea della cultura per il 2019”, ha stimolato, nei materani e nei turisti che arrivano nella città, il desiderio di conoscere, almeno a grandi linee, la storia della città, tanto più che non c’è momento che di essa, ormai, non si senta ricordare che è “patrimonio dell’Unesco”, “città più antica del mondo” e simili. Su insistenza degli amici, Raffaele Lamacchia, già direttore della Biblioteca Provinciale di Matera, si è dato a scrivere, con puntualità e certosina precisione, “poche e piccole cose” – dice lui – riservate alle persone prossime. Raffaele avrebbe voluto mantenere il suo scritto, come ha fatto finora, in un circuito tutto privato e, per dir così, familiare. Ma si faceva un torto a tanti che vogliono sapere e capire almeno l’essenziale della propria città.
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SKU: | 9788898200238 |
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Prefazione
Giovanni Caserta
Esistono quattro storie della Città di Matera. C’è quella del canonico Francesco Paolo Volpe (Memorie storiche e profane su la Città di Matera, 1818); c’è quella di Francesco Festa (Notizie storiche della città di Matera, 1875), c’è quella del conte Giuseppe Gattini (Note storiche sulla città di Matera, 1882); e c’è quella dell’abate Marcello Morelli (Storia di Matera, 1962). Ci sarebbe anche quella di Raffaele Giura Longo (Breve storia della città di Matera, 1981), che procede capitulatim, cioè per episodi, spesso lontani l’uno dall’altro.
Quanto alle prime quattro, a parte il fatto che sono pressoché introvabili, sono difficili da consultarsi da parte di chi non è uno studioso. Illeggibili per linguaggio ricercato e antiquato, sono quelle del Volpe e di Gattini; svagata e poco ordinata quella del Festa. Ci sarebbe quella dell’abate Marcello Morelli. Ma essa, con le sue seicento pagine, risulta troppo dettagliata e particolareggiata per cogliere il filo degli avvenimenti. C’è di vero che, comunque, da queste storie è escluso il comune cittadino di media cultura, che ha solo il desiderio di conoscere, almeno a grandi linee, la città in cui vive, tanto più che non c’è momento che di essa, ormai, non si senta ricordare che “è patrimonio dell’Unesco”, “città capitale europea della cultura”, “città più antica del mondo” e simili. Il che stimola la curiosità, oltre che un comprensibile orgoglio cittadino.
Amici, nipoti, parenti e conoscenti, rivoltisi a Raffaele, gli hanno chiesto aiuto. Raffaele già paziente e puntiglioso direttore della Biblioteca Provinciale, purtroppo a rischio di chiusura, vincendo la sua naturale ritrosia e modestia, si è dato a scrivere, con puntualità e certosina precisione, “poche e piccole cose” – dice lui – riservate alle persone prossime. A volte, però, sono proprio le piccole e poche cose, se ben messe, a illuminare più facilmente e immediatamente il tutto. Raffaele – piace chiamarlo per nome – avrebbe voluto mantenere il suo scritto, come ha fatto finora, in un circuito tutto privato e, per dir così, familiare. Ma si faceva un torto a tanti che vogliono sapere e capire almeno l’essenziale della propria città.
Non è stato facile convincerlo a fare, del suo lavoro, un libro pur snello, decoroso e dignitoso nella sua fruibilità. Molto ha giocato la generosa disponibilità dell’editore Villani di Calvello-Potenza. Alla fine Raffaele ha accettato. L’abbiamo convinto, a nostra volta convinti, che è giusto e importante che, silenziosamente, in punta i piedi, questo libro entri in tutte le famiglie materane, a dire, senza retorica, chi siamo e donde veniamo. Potrebbe aiutarci a scegliere meglio il futuro.
INFORMAZIONI:
Autore | Raffaele Lamacchia |
Isbn | 9788898200238 |