Istoria della città di Potenza
Giuseppe Rendina scrive Istoria della città di Potenza fra il 1668 e il 1673. Nel 1758, don Gerardo Picernese la trascrive e la accresce aggiungendovi informazioni che arrivano fino al 1773. Nel 1913, un certo Vincenzo Losasso vendeva il manoscritto alla Biblioteca Provinciale di Potenza. Il manoscritto è composto da 793 pagine distribuite in quattro libri. Fra gli argomenti trattati: origini della città di Potenza, Vita e Martirio dei Santi Dodici Fratelli, Vita e Morte del Glorioso S. Laviero, Martirio dei Santi Primo, Sonzio e Valentino, Vita di Gerardo La Porta di Piacenza, cronotassi dei vescovi dal 494 al 1771, infeudazione di Potenza alla famiglia Guevara e, successivamente, ai Loffredo. Il manoscritto presenta molti brani in latino. Per favorirne una più ampia divulgazione e comprensione, nelle note,sono state inserite le relative traduzioni in italiano.
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L’ombra del lupo
In un paesino sulle montagne della Lucania Basilicata, ancorato ad una struttura sociale arcaica fatta di tradizioni e superstizioni, sopravvive un piccolo mondo antico dove il tempo sembra essersi fermato. Sul finire degli anni ’70, una nuova generazione, tra tormenti e aspirazioni, rivendica il proprio ruolo in una società che si trasforma sotto i colpi di una galoppante modernità. L’Italia uscita da un boom economico si dimena tra mille contraddizioni. Trame oscure, mafie, scioperi, terrorismo, misteri fanno da sfondo alle vicende raccontate. La speranza di una vita migliore spinge un giovane alla ricerca della felicità verso un Nord agognato come un nuovo Eldorado. Ma strani eventi lo coinvolgono e si susseguono con un ritmo narrativo incalzante e avvincente.
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La cattedra di S. Gerardo
Il romanzo si ispira alla vita di Gerardo nato dalla illustre famiglia piacentina La Porta. Lasciati gli studi letterari, Gerardo percorse gran parte dell’Italia fermandosi, definitivamente, a Potenza. Qui, ardente di carità, aprì una scuola a indirizzo letterario per istruire, gratuitamente, i giovani. Venuto a mancare il vescovo del tempo, e ritenuto degno di sostituirlo, Gerardo fu designato vescovo di Potenza per acclamazione nel 1111. Morì il 30 ottobre 1119 tra il pianto di tutti. Solo 2-3 anni dopo, il Pontefice Callisto II lo proclamò Santo. Il libro si sofferma, principalmente, sull’impegno educativo di Gerardo e sulla crescita spirituale della sua città. Completa il volume la traduzione, dal latino, de La vita di S. Gerardo scritta dal suo successore, il vescovo Manfredi, a noi giunta perché riportata da don Giuseppe Rendina, nella sua Istoria di Potenza.
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Maratea e dintorni, fatti e personaggi storici di Valerio Mignone
Il libro “Maratea e dintorni, fatti e personaggi storici” di Valerio Mignone, Potenza, Villani editore, 2021, descrive le vicende storiche che hanno interessato il territorio di Maratea, al sud della Basilicata. La costa di Maratea, infatti, è stata teatro di vicende di valenza nazionale con fatti e personaggi storici di assoluto rilievo: l’Ammiraglio Ruggiero di Lauria, Carlo Pisacane, Garibaldi, Nitti… Il volume è diviso in tre parti. La prima parte comprende la Guerra del Vespro siciliano, le guerre tra Angioini e Aragonesi, la nascita della dinastia dei Borbone, la Repubblica Partenopea del 1799, il Decennio francese, i Moti carbonari del Cilento, la Spedizione di Sapri, l’Unità d’Italia.
La seconda parte è incentrata sulla questione meridionale, dall’Ottocento ai giorni nostri, attraverso i meridionalisti più illustri (Nitti, Fortunato, Dorso, Ciccotti, Manlio Rossi Doria…). Nella terza parte vengono ricostruite le vicende industriali di Olivetti a Matera e dei Rivetti a Maratea. Completa il volume una riflessione sulle ricadute economiche per la Lucania Basilicata degli interventi della Cassa del Mezzogiorno e dell’attività politica di Emilio Colombo più volte Ministro e Presidente del Consiglio.
Non mancano informazioni legate al contesto territoriale dell’autore come l’epidemia di vaiolo a Latronico nel 1859 e l’alluvione di Lauria del 1859.
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Bolidi di Alessandro Falanga
Bolidi di Alessandro Falanga, Dieci racconti horror | Villani Editore
Bolidi, è un omaggio a colui che più di tutti mi ha ispirato e che ha allietato diverse giornate sin dalla mia adolescenza: Stephen King.
Il nome della raccolta si ispira, infatti, a una scena di Misery il romanzo thriller dello scrittore di Portland.
Protagonista del romanzo è un famoso scrittore di nome Paul che, preso dall’euforia (e dall’alcool) per aver terminato quello che considera un capolavoro, perde il controllo della sua auto ritrovandosi tra le grinfie di Annie che lo accoglie in casa curandone le ferite e proclamandosi sua accanita lettrice.
Successivamente Annie inizia ad abusare fisicamente e psicologicamente di Paul fino a costringerlo a bruciare il suo nuovo libro Bolidi, unica copia esistente al mondo. Il romanzo prosegue con colpi di scena che confermano la fantasia creatrice di Stefen King.
Dieci storie tra l’horror e il thriller, zombie, vampiri e bestie deformi. Ma anche situazioni al limite dell’immaginabile che si ispirano alla quotidianità della vita e a figure che fanno parte dell’esistenza di tutti: marito, moglie, figli, genitori, amici…
Secondo l’autore, il genere horror rappresenta il mezzo migliore per descrivere la nostra esistenza.
A suo parere, l’horror può essere considerato una sorta di metafora perfetta per la sua capacità di trasporre un determinato aspetto della vita in un mondo particolare imponendoci, pertanto, una riflessione più ampia su ciò che ci circonda.
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Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Gerardo Lasalvia
Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Gerardo Lasalvia, nuova pubblicazione della Villani Editore

Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve
Il culto a S. Rocco, di cui si occupa Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve di Don Gerardo Lasalvia, si diffonde in tutta Europa a partire dal basso Medioevo. Dal Trecento all’Ottocento S. Rocco è il santo più venerato in Europa. Il popolo lo venerò ben prima che la chiesa lo proclamasse santo. Solo nel 1584, infatti, il nome “Rocco” viene inserito nel Martirologio Romano primo catalogo ufficiale dei santi.
Nel 1629, da parte di papa Urbano VIII, si ha il riconoscimento ufficiale del culto. In Lucania Basilicata lo venerano ben 66 comuni. Emblematico è il caso di Tolve dove, però, non esiste una chiesa dedicata a S. Rocco. L’attuale statua, risalente, probabilmente al Cinquecento è collocata in un altare della Chiesa intitolata a S. Nicola. Ma questo poco interessa ai devoti che si recano a Tolve per andare alla “Chiesa di S. Rocco” e offrire una grande quantità di donazioni ed ex voto di cui l’annessa Casa del Pellegrino è stracolma.
che gli dedica due processioni all’anno: il 16 agosto e il 16 settembre. A Tolve, però, non esiste una chiesa dedicata a S. Rocco. L’attuale statua, probabilmente, risalente, al Cinquecento è collocata in un altare della Chiesa intitolata a S. Nicola. Ma questo poco interessa ai devoti che si recano a Tolve per andare alla “Chiesa di S. Rocco”. Don Gerardo Lasalvia, però, nel suo Storia del Santuario di S. Rocco a Tolve va oltre il culto e fa storia. Fa chiarezza sull’identità di S. Rocco ricorrendo a Vauchez che fa risalire a “Sanctus Rauco”, storicamente esistito, la figura di S. Rocco. Si va cioè in tempi anteriori al pellegrino di Montpellier. Ugualmente interessanti sono le vicende storiche relative alla proclamazione di S. Rocco a Santo Patrono di Tolve, alla costruzione dell’attuale chiesa e alla cronotassi degli arcipreti che si sono succeduti nella conduzione della Parrocchia.
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Le ceramiche di Calvello, appunti tra storia e cronaca di Antonio Masini
Le ceramiche di Calvello, appunti tra storia e cronaca di Antonio Masini
Calvello, da sempre, è conosciuto come il paese della ceramica. Ancora fino a cinquant’anni fa, nelle fiere e nei mercati della nostra regione, le “ceramiche di Calvello”(piatti, ciarle, zuppiere…) facevano bella mostra facilmente riconoscibili per via dell’uccello blu dipinto su di esse.
La ricerca di Antonio Masini offre documentate informazioni sulla storia della ceramica del paese.
Il coccio di Pietrapanna è il manufatto in ceramica più antico ritrovato nel territorio del paese. Si tratta della parte apicale del manico di una ciotola risalente al 3.000 avanti Cristo.
Al periodo fra il 430-410 a.C. appartengono un cratere e un’anfora a figure rosse.
Del Settecento sono quattro piastrelle con la dicitura “Giosuè dell’Aquila di Calvello”.
Informazioni catastali attestano la presenza a Calvello, già nel 1754, di due famiglie di faienzar.
Una cucina, oggi ancora visibile, decorata con mattonelle in maiolica e stemmi di famiglia si trova nel Palazzo De Porcellinis.
Alcuni stati civili dell’Ottocento riportano la professione di “figuli”.
L’esistenza di famiglie che, per generazioni, hanno costruito manufatti in ceramica, la riscoperta, da parte dei giovani, di questa arte con la creazione di nuovi marchi (La Bottega della Faenza, Arte ceramica Val Camastra, il Borgo delle ceramiche) garantisce la continuazione di questa antica tradizione.
Nel volume vengono ripercorse le diverse fasi della lavorazione della creta a cui gli uomini, sin dagli albori della civiltà, si sono sempre dedicati. Puntuali riferimenti sono dedicati alle antiche civiltà che hanno trovato nella creta il materiale da plasmare per creare oggetti di cui c’era bisogno nella quotidianità della vita, o per creare vere e proprie opere d’arte.
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Cronometristi della Provincia di Potenza
Cronometristi della Provincia di Potenza, curato con precisione amorevole e puntigliosa da Mario Petraglia, è sì un lavoro complesso concepito per gli addetti, poiché ricostruisce nel dettaglio gli impegni dei “misuratori del tempo”, ma è anche un godibile riassunto di una notevole quantità di appuntamenti agonistici regionali, nazionali e internazionali. Nelle tre sezioni del volume, l’autore delinea l’evoluzione dell’Associazione di Potenza di cui è uno dei massimi esponenti e sempre con il medesimo entusiasmo e con lo stesso dinamismo. Il libro ha il merito di accendere le luci della ribalta su una categoria troppo spesso negletta, ricordandone l’etica e la professionalità.
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Il latitante
L’Unità d’Italia e il paese di Salandra sono la cornice e il luogo in cui si svolgono le vicende di questo romanzo storico. Il libro offre uno spaccato non solo della storia importante (Garibaldi, l’Unità d’Italia, il brigantaggio) ma anche la declinazione di quel momento storico in un paese del Sud dove un giorno si era garibaldini contro i galantuomini e i Borbone e il giorno dopo si era con i galantuomini contro i piemontesi. Eppure, paradossalmente, i desideri di libertà e giustizia che muovono don Biase Spazziano e il suo amico fraterno, il brigante “Passaguai” sono gli stessi. La storia li mette contro, ma li mette anche di fronte, come uomini, per scoprire ciò che dura e va oltre la contingenza degli eventi. Qual è la parte giusta?
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Disegno storico della Letteratura Lucana
Il nostro Disegno storico della letteratura lucana guarda al lettore comune. Nella prima parte, procedendo dall’età classica fino ai giorni nostri, traccia le linee che le lettere lucane hanno avuto in relazione alla individualità dello scrittore e al tempo. Nella seconda parte, il lettore troverà trentatré schede monografiche, dedicate a trentatré autori definiti “protagonisti”. L’opera non è scritta con la freddezza di un catalogo, ma con partecipazione, come vuole chi col pubblico intende dialogare, e come vuole chi ritiene che non si può fare critica letteraria se non entrando nell’intimo dell’uomo e nel suo tempo. Il che chiede simpatia ed empatia. Cosa che Caserta sa esercitare bene, non fosse altro perché, critico letterario, pur di indirizzo sociologico e storico, è anche scrittore – lasciatecelo dire – di valore nel panorama lucano.
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