Il volume offre una precisa e documentata ricostruzione del lungo rapporto tra l’uomo e il porco. Non c’è, infatti, argomento che non sia stato trattato e approfondito: storia, simbologia sacra e profana, aspetti zoologici, curiosità, aneddoti e proverbi, favole e leggende, singolarità e tabù, tradizioni antichissime di cerimoniali, tecniche di macellazione e conservazione delle sue carni, fino alla sua utilità nella industria farmaceutica per la produzione di insulina e, per la sua compatibilità con l’uomo, persino nella medicina contemporanea per i trapianti.
Prezzo: | €15.00 |
Dimensione: | 15cm x 1cm x 21cm (LxWxH) |
Recensioni
Introduzione
Nella mia vita mai avrei immaginato di interessarmi al porco ed ai significati simbolici che questo animale ha nella storia dell’umanità. L’incontro con il Prof. Laterza, avvenuto in occasione di una mia conferenza sullo sviluppo del territorio nell’agosto 2018, ha fatto sì che si creasse un rapporto personale che ci accompagna costantemente nella ricerca delle verità profonde ed antiche nell’evoluzione della società.
Così come nel libro il melograno (di Laterza e Colapietro) c’è un richiamo alla cultura arcaica dove i valori simbolici ricostruiscono il rapporto tra questo frutto e l’uomo, così, nel libro Quant’è buono il porco, Laterza fa una ricostruzione storica ed etnologica tra l’uomo e la natura. In questi libri esiste sempre un rapporto sacrale dove il significato che l’uomo attribuisce a questi simboli si è trasformato nel corso del tempo. Uno dei valori pregnanti che l’autore evidenzia, in entrambi i libri, è il concetto del riconoscimento orgiastico, e la rappresentazione nel libro Il melograno, attraverso il colore della propria scorza tra il rosso vivo ed il rosa, richiama il colorito della vulva, mentre il suo succo rosso scuro ricorda il flusso mestruale.
Così il porco, tanto bistrattato per la sua sporcizia essendo un animale precoce nell’accoppiamento, molto prolifico e poligamico, nel linguaggio comune, quando si usano le parole porca e maiala, viene associato al concetto perverso e maschilista di “donna di malaffare”, dando una valenza negativa che le diverse religioni giudaica, cristiana, induista ed islamica hanno contribuito ad assegnare al piacere sessuale.
Sin dai tempi più remoti il porco viene visto come un animale lurido, brutale, rozzo e stupido, che si rotola nel fango, e solo successivamente i precursori dell’ agricoltura contemporanea, Varrone e Columella, ne hanno dato un’accezione positiva. Il concetto di sporcizia, in realtà, è scientificamente provato, è falso, in quanto il porco, essendo privo di ghiandole sudoripare, ha la necessità di ambienti umidi, freschi e fangosi per trovare refrigerio, mentre, una volta che è nel porcile, richiede un ambiente pulito.
Anche l’antica cultura egizia dava al porco un valore positivo, utilizzandolo nei campi dove, dopo la semina, i maiali calpestavano il terreno interrando così i semi che altrimenti sarebbero stati divorati dagli uccelli. In tempi relativamente più recenti anche Sant’Antonio Abate considera il porco un animale buono, docile e servizievole.
Altro ruolo importante del porco è l’utilizzazione di alcune sue parti nella medicina tradizionale e contemporanea: viene, infatti, usato nella industria farmaceutica per la produzione di insulina, e nei trapianti, in quanto presenta maggiore compatibilità con l’uomo. Inoltre non dimentichiamo che il porco viene utilizzato in tutte le sue parti e le sue carni, trattate con i diversi sapori ed aromi arricchiscono, fin dai tempi più antichi, le varie cucine nel mondo.
Così come è importante il suo ruolo per quanto riguarda l’allevamento e l’uccisione, nelle tradizioni della civiltà contadina, soprattutto fino al secolo scorso, ma anche oggi poiché la cerimonia era ed è un elemento di aggregazione sociale.
A tale proposito riporto l’esperienza vissuta da bambino del rito che si ripeteva, annualmente, a Nocara, a partire dal mese di maggio, quando la figura autorevole e capace del sanaporcelli si recava presso le aziende agricole per la castrazione dei maiali, che rimanevano al pascolo fino alla fine di luglio prima di essere rinchiusi e nutriti con ghiande e pastone a base di crusca fino al momento dell’uccisione. Questo rituale si svolgeva con una suddivisione dei compiti ed una sincronia che vedeva nella persona nominata “accida puorche” il soggetto principale di questo evento.
Come si può notare, il libro di Laterza evidenzia come il porco, nel corso della storia, abbia incarnato svariati ruoli, passando da figura negativa ad animale sacro, fecondo ed aggregante, per arrivare ad essere considerato utile per la cura di alcune patologie dell’uomo.
Nella evoluzione della nostra società contemporanea, che tende ad annullare la maggior parte di queste antiche manifestazioni, sarebbe positivo, per il loro valore di coesione fra gli uomini, mantenere vive alcune di tali tradizioni.
Ferra Filippo e Lucia Ungarelli
INFORMAZIONI:
Autore | Francesco Laterza |