Per le vie del mondo, sui sentieri dell’umanità
Ma come si fa a parlare di viaggi nel mezzo di una maledetta pandemia che ha reso difficile la vita sociale e l’utilizzo del proprio tempo libero generando impoverimento culturale e contrapposizione sociale? Certo non è facile, ma parlare di viaggio è un ottimo antidoto per conservare la ricerca del piacere e alimentare il sogno che niente e nessuno potrà mai togliere… Dei viaggi, ho sempre cercato di raccontare non solo le bellezze artistiche e paesaggistiche dei luoghi visitati ma, soprattutto, l’anima del luogo, l’umanità che in quei luoghi vive, la sua storia la sua cultura e le sue contraddizioni… Concepisco il viaggio come conoscenza, superamento delle frontiere fisiche e ideali, incontro con la gente e la sua storia, l’arte e la cultura di un Paese. Amo il viaggio che non finisce e che continua nel racconto e nelle riunioni.
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D’un alto monte…Valsinni tra storia, archeologia e poesia
Ecco una guida agile e assai utile non solo per chi vuole visitare Valsinni, ma per gli stessi abitanti della cittadina. L’autrice accompagna tutti per mano attraverso le vie del paese e i sentieri che articolano il territorio, per far scoprire e conoscere i valori di ogni suo angolo. Questo libro vale a conservare la memoria di chiese, palazzi, case e vicoli, scale e portali, fontanili, giardini, monumenti, paesaggi, eremi e grotte. Ogni testimonianza viene guardata con amore, riconoscendole la capacità di raccontare con il suo muto linguaggio la storia di cui è impregnata. Rosa Carmen vi vive la passione del narratore che srotola un racconto che si svolge lungo i secoli e rende attuale la conoscenza della storia e dei luoghi: è un canto di passione per la sua cittadina che presenta con i colori culturali più belli e suggestivi
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Sul Binario per Matera
Nei versi di Luigi Ditella si respira il passato tra immagini e suggestioni; un passato che consola, mitiga il presente senza certezze per il futuro: “Lucania è il mio paese solitario / sulla collina dormiente / che ti abbraccia maestoso all’alba / e ti abbandona ad ogni tramonto. / Lucania è il mio amore lontano, / la mia donna davanti l’altare”. Anche i temi trattati nei cinque racconti, sono legati alla cultura e alla tradizione del suo paese Tricarico e della sua Lucania. Racconta la memoria viaggiando nei ricordi; evoca, con accenti suggestivi, la magia di quel tempo e di quel mondo, di quei paesaggi che diventano custodi di un destino, per una partenza dolorosa.
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Crocco e Borjes a Trivigno
Trivigno (Pz) fu il primo comune ad essere riconquistato dalle truppe di Borjes e di Crocco nel tentativo di rimettere i Borbone sul trono del Regno di Napoli. L’operetta che racconta quella storia è dedicata ai duecento compaesani che, spontaneamente, all’alba del giorno successivo si aggregarono agli insorti lucani in partenza verso incerti destini. Due trivignesi li seguirono poi fino a Tagliacozzo dove trovarono entrambi una morte eroica: Rocco Luigi Volini fucilato insieme a Borjes, e Giuseppe Quirino, uno dei due bruciati vivi nella cascina Mastroldi.
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Campi di grano, ai campanacci ebbri di S. Antuono
Campi di grano descrive la vita quotidiana della gente comune e di una famiglia borghese di S. Mauro Forte, piccolo paese dell’entroterra lucano più conosciuto per la Sagra dei Campanacci che vi si svolge in occasione del Carnevale. La trama del romanzo, di tipo antropologico-sociale, si sviluppa nell’arco di un anno, il tempo necessario a Matilde per prendere coscienza della situazione alquanto ambigua in cui si ritrova a vivere dopo essere andata in sposa a un signorotto locale, combattuta tra salvare il suo matrimonio e accettare la realtà particolare del piccolo paese o scegliere di tornare a vivere al sole e al mare di Napoli.
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Ho fatto sempre il mio dovere
Il libro “Ho fatto sempre il mio dovere” di Domenico Infante, Colonnello dei Carabinieri in pensione, descrive gli episodi accaduti nei territori in cui ha prestato servizio. Il volume offre uno spaccato della società italiana degli ultimi quarant’anni del Novecento. È la testimonianza di un operatore che, di quel periodo, ha vissuto non solo il clima di benessere provocato dal “boom economico” degli anni Sessanta-Settanta, ma anche i suoi limiti e le sue contraddizioni. Si pensi alla contestazione studentesca del 1968, ai sequestri di persona, alla stagione del terrorismo, alle diverse forme di fenomeni mafiosi presenti sui territori, per arrivare al periodo della ricostruzione, dopo il terremoto del 1980, che interessò la Basilicata proprio mentre l’autore era al Comando del Nucleo di Polizia Giudiziaria presso la Corte d’Appello di Potenza.
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Echi Osco-italici, Valli del Sele e Lucania antica
Il libro si compone di quattro parti. Nella prima parte l’autore individua nella lingua osca il sostrato linguistico di quasi tutta l’Italia del centro-sud offrendo un ricco repertorio di termini di cui indaga l’etimologia. Seguono tre capitoli dedicati alla dea Mefite, a Fauno e a Ercole. La ricerca ci mostra che queste tradizioni costituiscono il filo conduttore di miti, atteggiamenti, che, ancora oggi, legano abitanti di paesi geograficamente lontani, ma culturalmente e antropologicamente molto vicini…
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Inferno, na scés e na sagliùta, l’Inferno di Dante liberamente tradotto in dialetto potentino
Ci si domanda a che cosa può servire una traduzione in dialetto, considerata la grandezza e la complessità di un’opera, tanto studiata e conosciuta. Sono diverse le ragioni che possono giustificare tale operazione. La trascrizione dell’Inferno in dialetto potentino potrebbe servire alla conservazione di questo, come in un archivio. Notevoli considerazioni linguistiche si possono fare sulle forme di trasposizione che hanno richiesto al traduttore creatività e brillantezza. Ci si augura che la traduzione in dialetto possa servire ad incuriosire soprattutto il giovane lettore potentino, sì da spingerlo a risalire all’originale, magari per una lettura comparata. Ne saranno contenti l’autore e l’editore. E, nell’aldilà, anche Dante, che al “volgo” volle parlare.
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Il caso Matera
Il “caso” Matera è oggi ben più complesso di quanto normalmente si creda.
Seri fenomeni di snaturamento e di fallimento si nascondono sotto la facile euforia del momento. Matera è, oggi, una città ebbra, vanesia, confusa, esattamente il contrario di una capitale europea della cultura, se la cultura non va immediatamente identificata con la enogastronomia e col divertimento. Ed è dialogo.
Fermarsi un attimo e pensare, questo è lo scopo del nostro libro.
Se non è troppo tardi.
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